Foto 5. Al tramonto del solstizio d'estate abbiamo un allineamento costituto dai menhir  ME01, ME02, ME03 e i punti A2, F2 ed M1 del tumulo funebre. Sono tracciate anche le linee  gialle dal grande menhir ME01 al solstizio d'estate, all'equinozio e al solstizio d'inverno.

Foto 5. Al tramonto del solstizio d'estate abbiamo un allineamento costituto dai menhir ME01, ME02, ME03 e i punti A2, F2 ed M1 del tumulo funebre. Sono tracciate anche le linee gialle dal grande menhir ME01 al solstizio d'estate, all'equinozio e al solstizio d'inverno.

ARCHEOASTRONOMIA NEL TRENTINO ALTO ADIGE

Indice:

1- Montagne Meridiane: Sasso di Mezzogiorno e Sasso   della Primavera dalla Chiesa di Santa Giuliana a Vigo di   Fassa (TN)  

2- Il complesso megalitico del Renon (BZ)

5- Il sito archeoastronomico di Monticolo (BZ)


6 - Il Dos di Mezzodì di Cavalese (TN)


7 - Meridiana di Sesto Val Pusteria (BZ           NEW


8 - Le Montagne Meridiane in Alto Adige         NEW



______________________________________________________________________________________________

1-Sasso di Mezzogiorno e Sasso della Primavera dalla Chiesa di Santa Giuliana a Vigo di Fassa (TN)

Il Trentino-Alto Adige è la Regione italiana con il più alto numero di “Montagne meridiane”. I loro nomi ‘cima, monte, sasso, col etc, combinati con termini come ‘di mezzodì, mezzogiorno, dodici, mesodì, mesdì etc’ ci indica che dall’antichità sono serviti per segnare il momento in cui il sole passa sul meridiano del luogo ogni giorno dell'anno.

Gli antichi abitanti dell’arco alpino utilizzavano le montagne meridiane come orologio naturale che gli permetteva di conoscere il mezzogiorno locale.

Gli studi a cui faccio riferimento sono quelli di Mario Codebò e Henry De Santis disponibili all'indirizzo http://www.archaeoastronomy.it/Studi_Val_di_Fassa.htm.

Dopo l'articolo del novembre 2020 in cui ho analizzato il Monte Croce delle Dodici (Zwolferkkreuz) di Laces (Bz), questa volta ho visitato e osservato dettagliatamente il Sas da Mesodì o Sasso di Mezzogiorno e il Sasso Vernale o Sasso della Primavera, secondo gli autori citati.

E' una situazione unica perchè entrambi sono visibili da una stessa località: la deliziosa Chiesa di S.ta Giuliana a Vigo di Fassa, ed segnalano il tempo giornaliero e quello stagionale.

Dai calcoli effettuati da Codebò risulta infatti che la Chiesa di S.ta Giuliana è il luogo da cui si può:

riconoscere quotidianamente il mezzogiorno locale quando il Sole si viene a trovare sulla verticale del Sas da Mesodì o Sasso di Mezzogiorno;

riconoscere annualmente l'inizio della primavera e dell'autunno quando il Sole sorge all'alba degli equinozi dietro al Sasso Vernale.

Vi presento una foto (foto 1) effettuata il giorno 13 maggio 2022 poco dopo le 13, con il sole situato sopra la montagna del Sas da Mesodì. La differenza tra le ore 12 e l'ora in cui il sole è in meridiano è dovuta all'ora legale, alla longitudine locale e all'Equazione del Tempo (ET), ma è una differenza che tuttavia non determina una divergenza rilevante rispetto all'orologio naturale degli antichi.

Foto 1 Il sole esattamente a sud sopra il Sas da Mesdì

Foto 1 Il sole esattamente a sud sopra il Sas da Mesdì

Rilevare l'ora con la montagna ci fa immaginare l’importanza che doveva rappresentare per le antiche popolazioni locali, conoscere l’ora del giorno per le loro attività quotidiane.

Per misurare l’inizio delle stagioni gli antichi utilizzavano altre montagne di riferimento. Oggi sappiamo che questi momenti dell’anno corrispondono ai solstizi (inizio inverno ed estate) e/o agli equinozi (inizio primavera ed autunno).

Nella foto 2 è ripreso il Sasso Vernale o Sasso della Primavera. Il sole sorge esattamente dietro di esso ogni anno segnalando così l'inizio della primavera a marzo e dell'autunno a settembre.

Foto  2 Il sole spunta dietro il Monte Vernale il giorno dell'equinozio primaverile e dell'equinozio autunnale

Foto 2 Il sole spunta dietro il Monte Vernale il giorno dell'equinozio primaverile e dell'equinozio autunnale

Altri interessanti esempi di luogo preistorico con misurazione delle stagioni in Alto Adige sono: per il solstizio estivo sul Colle Joben di Monticolo (Bz) (articolo “Il sito archeoastronomico di Monticolo”, www.easyastronomy.it); per l’equinozio di primavera e di autunno sul Monte Sciliar (articolo ‘Il sito archeastronomico di Costalovara (Bz)”, www.easyastronomy.it).

Santa Giuliana, patrona di Fassa (festeggiata il 16 febbraio), è la chiesa della valle più ricca di storia: sorge su un luogo di culto preistorico, detto "Ciaslir de Vich", dove secondo accurate ricerche archeologiche doveva trovarsi un primitivo insediamento retico, un villaggio fortificato da palizzate e piccoli terrapieni, definito dagli studiosi "castelliere" (foto 3).

L’edificio sacro è citato per la prima volta in un documento risalente al 1237, ma il culto della santa fu quasi certamente introdotto nella valle dai primi evangelizzatori provenienti dal Patriarcato di Aquileia, presumibilmente prima del 798. Il santuario fu edificato nel corso del XV secolo e consacrato dal Cardinale Niccolò Cusano, Principe Vescovo di Bressanone, nel 1452.

Foto 3 Chiesa di Santa Giuliana a Vigo di Fassa

Foto 3 Chiesa di Santa Giuliana a Vigo di Fassa

Vigo di Fassa è una località che merita di essere visitata. Vi si trovano diversi luoghi interessanti da vedere oltre alla citata chiesa di S.ta Giuliana  (https://www.viaggieritratti.it/cosa-vedere-a-vigo-di-fassa/)

Chiesa di S. Giovanni

Grotta di Lourdes

Musei di Vigo di Fassa

Ciampedi

                2-Il complesso megalitico del Renon (Bz)              

Già! Sul Renon si trova un complesso megalitico. Ma cos'è un complesso megalitico? E' un insieme di menhir che sono delle grosse e talvolta molto alte pietre preistoriche. Sono piantati nel terreno, posti spesso l'uno accanto all'altro, a formare delle file. Sono stati spesso rinvenuti menhir lavorati su due facce che riproducono in forma sintetica la figura umana. È stato ipotizzato dagli studiosi che alcuni complessi megalitici, formati da menhir allineati, avessero la funzione di misura o di indicazione di importanti eventi astronomici, come i solstizi o gli equinozi. Sono ampiamente diffusi sul territorio europeo, dall’area caucasica fino alle coste atlantiche, in un arco cronologico che si colloca tra la fine del Neolitico e l’età del Rame fino alle soglie dell’età del bronzo (IV/III millennio a.C.)

In varie località dell'Alto Adige sono stati trovati diversi menhir ma non esiste in Alto Adige un altro posto come quello di Costalovara (BZ), che possa vantare la presenza di menhir (foto 1) disposti a formare un palese complesso megalitico. Ho visitato il sito di Costalovara e dintorni e sono rimasto molto impressionato dalla particolare disposizione dei menhir, con evidenti riferimenti archeoastronomici. Il sito viene descritto accuratamente nella pubblicazione di Dietmar Bernardi “Il progetto di costruzione della struttura megalitica del Renon” di cui trovate il link in bibliografia. Tutte le foto di questo resoconto sono tratte dalla suddetta pubblicazione di Bernardi. Di seguito espongo le parti a mio avviso più significative: la struttura megalitica del Renon e la presunta tomba preistorica.

Ci troviamo nell'area archeologica situata nei pressi del lago di Costalovara sul Renon (BZ) dove diversi menhir sono allineati a formare un triangolo isoscele (foto 2) con i lati obliqui di circa 500 m e la base di 866 m. Il menhir più grande ME01 si trova sul vertice sinistro della base ed è a poche decine di metri dal sito preistorico di Roarer Windspiel. Questo grande menhir è stato da me descritto nell’articolo “Il Sole diviso: il sito archeologico di Costalovara (BZ)” che trovate in questa sezione del blog.

La base del triangolo che i menhir di Costalovara formano, è allineata a Est con l'alba dell'equinozio primaverile e autunnale, il lato sinistro del triangolo è allineato a Est Nord Est con l'alba del solstizio d'estate, e il lato destro è allineato a Est Sud Est con l'alba del solstizio d'inverno.

Foto 1. Alcuni menhir del complesso megalitico di Costalovara (BZ)

Foto 1. Alcuni menhir del complesso megalitico di Costalovara (BZ)

Foto 2. I menhir allineati di Costalovara. Il menhir ME01 si riferisce a quello descritto nell'articolo “Il sole diviso: Il sito archeoastronomico di Costalovara (BZ)”

Foto 2. I menhir allineati di Costalovara. Il menhir ME01 si riferisce a quello descritto nell'articolo “Il sole diviso: Il sito archeoastronomico di Costalovara (BZ)”

Si può ipotizzare che in passato questa disposizione dei menhir, nel momento in cui erano esattamente allineati con il sole all'alba dei solstizi e degli equinozi, rappresentassero un calendario naturale per stabilire l'inizio delle stagioni.

Questa ipotesi viene rafforzata dall’evento dall’equinozio di primavera e d'autunno: in quei giorni il menhir ME01 è esattamente in linea con il sito archeologico Roarer Windspiel e con il sole posizionato tra le due cime dello Sciliar: Santner e Euringer.

Nella documentata ricostruzione fatta da Bernardi a sud del Museo delle api di Costalovara (BZ) si trova un tumulo dove Bernardi ipotizza la presenza di una tomba a corridoio. Immaginando che sia una tomba preistorica possiamo presumere che, come in altre tombe a tumulo, ci sia un corridoio al cui termine venivano deposti i defunti. All’alba del solstizio estivo l’ingresso di questo corridoio (A1) e il corridoio stesso, essendo posizionati a Est Nord Est, venivano illuminati dal sole (foto 3). .

Foto 3.  Il sole all'alba del solstizio estivo passa dal sito preistorico di Valnera / Wallnereck  al presunto tumulo funebre

Foto 3. Il sole all'alba del solstizio estivo passa dal sito preistorico di Valnera / Wallnereck al presunto tumulo funebre

Nella foto aerea che segue è possibile osservare che in corrispondenza del tumulo è presente una muratura nel sottosuolo che forma una evidente ellissi

Foto 4. Foto aerea: si riconosce bene l'ellisse nella parte bassa della foto

Foto 4. Foto aerea: si riconosce bene l'ellisse nella parte bassa della foto

.La luce del sole poteva penetrare nella tomba solo nel punto A1 all'alba del solstizio d'estate quando sorgeva sopra la cima del monte Valnera/Wallnereck (foto 5). La cima del Valnera/Wallnereck è ad un'altezza di 5,65° rispetto all'ingresso, calcolato nel punto A1 della tomba e quindi non impediva alla luce di arrivare all’ingresso della tomba. Ai giorni nostri l’attuale presenza della foresta impedisce di illuminare il tumulo all’alba del solstizio estivo.

Tutta l’area doveva aver comunque avuto una notevole importanza in passato, vista la presenza dei numerosi menhir, del sito preistorico Roarer Windspiel, e dei ritrovamenti di reperti archeologici sulla collina di Valnera/Wallnereck. 

3- Il Monte Croce delle   Dodici di Laces (BZ)

     3a - Ombra dello gnomone nel solstizio invernale

     3b - Ombra dello gnomone nel solstizio estivo

     3c - Ombra dello gnomone nell' equinozio primaverile e   

            autunnale

4- Il sole diviso: il sito archeoastronomico di Costalovara (BZ)

A fronte di queste considerazioni, i precisi calcoli eseguiti da Bernardi ipotizzano un ingresso alla tomba rivolto verso il sito preistorico di Valnera/Wallnereck (foto 6).

Foto 6. Il presunto ingresso (A1) della tomba funebre visto dalla direzione dell'affioramento roccioso di Valnera/Wallnereck

Foto 6. Il presunto ingresso (A1) della tomba funebre visto dalla direzione dell'affioramento roccioso di Valnera/Wallnereck

Oggigiorno i metodi di prospezione geofisica sono sempre più frequentemente adoperati nell'indagine di siti di interesse archeologico. Queste analisi permettono all'archeologo di identificare le strutture del sottosuolo con strumentazione apposita senza eseguire scavi.

Quest’area così significativa e ricca di evidenze archeoastronomiche meriterebbe senz’altro un maggiore approfondimento da parte dell'Ufficio Beni Archeologici della Provincia di Bolzano.

Continuerò nei prossimi mesi questo mio viaggio ai siti archeoastronomici dell'Alto Adige e volentieri condividerò le mie osservazioni sul blog

BIBLIOGRAFIA

Dietmar Bernardi “Il progetto di costruzione della struttura megalitica del Renon” 2020 https://drive.google.com/file/d/17nu2G94FNXiGlRcwkDDGjRc7XzBD_xio/view?usp=sharing

Dietmar Bernardi “La presunta tomba a corridoio preistorica a Costalovara” 2017  https://drive.google.com/file/d/1R2S-bW5hGjDI5YtAu-E3cmwdL4mXejuN/view?usp=sharin

Annaluisa Pedrotti "Le statue-stele e le stele antropomorfe del trentino Alto Adige e del Veneto occidentale: gruppo atesino, gruppo di Brentonico, gruppo della Lessinia " 1995 https://www.academia.edu/10241090/A_Pedrotti_Le_statue_stele_e_le_stele_antropomorfe_del_trentino_Alto_Adige_e_del_Veneto_occidentale_gruppo_atesino_gruppo_di_Brentonico_gruppo_della_Lessinia_in_NotizieArcheologiche_Bergomensi_Vol_3_1995_p_259_280

Annaluisa Pedrotti e Hubert Steiner "Due nuove statue-stele da Vezzano,comune di Silandro (Val Venosta, BZ):primi dati sull’uso della trasformazione ereimpiego dei monumenti nel gruppo atesino” https://independent.academia.edu/HubertSteiner

Guido Cossard "Cieli perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi" Nuova ediz. 2018 Editore UTET

Mario Codebò " Che cos'è l'Archeoastronomia" http://docplayer.it/43641239-Che-cosa-e-l-archeoastronomia.html

Mikael Hoskin Stele e Stelle. "Orientamento di tomne e templi preistorici nel Mediderraneo"  2006 http://www.archaeoastronomy.it/stele%20e%20stelle.pdf

Federico Bardanzello "L'orientamento  astronomico delle costruzioni megalitiche" http://www.prehistory.it/ftp/proto-storia/archeo-astr_sarda/archeo-astr_sarda1.htm

Giorgio Giordano. "L'allineamento astronomico dei megaliti". https://www.preistoriaonline.it/l%E2%80%99allineamento-astronomico-dei-megaliti

***********************

                  3 - M.te Croce delle Dodici di Laces (BZ)

Misurare il tempo nel lontano passato era più difficile che al giorno d'oggi ma era possibile con un'attenta osservazione della natura e anche con buona precisione. Si usavano le meridiane.

Con meridiana si intende uno strumento di misurazione del tempo. Nel passato le meridiane potevano essere le montagne in determinate posizioni geografiche rispetto al punto di osservazione. Il sistema della meridiana si basa sul rilevamento della posizione del sole a mezzogiorno. A mezzodì è il momento in cui il sole si trova esattamente a sud, cioè in meridiano ed è nella posizione più alta del suo percorso giornaliero sull'orizzonte.

Le prime testimonianze di meridiane risalgono addirittura al Neolitico, periodo storico che va dall'8000 a.C. al 1900 a.C. Le meridiane e gli orologi solari erano conosciuti nell'antico Egitto, presso altre civiltà e successivamente tra quella dei Greci e dei Romani.

Non è difficile realizzare una meridiana solare: è sufficiente mettere un bastone nel terreno e segnare le varie ombre; la più corta ci segnala che il sole è alla sua massima altezza; ci ricorda anche che è mezzogiorno e che l'ombra per terra rappresenta il ns meridiano cioè la direzione SUD (dove si trova il sole) – NORD (dalla parte opposta).

Alla fine di questo articolo ho inserito tre video dell'Osservatorio Westfälische, Germania (Volkssternwarte Recklinghausen), con le ombre registrate da uno gnomone in tre momenti corrispondenti al: solstizio invernale; solstizio estivo; equinozio. 

Questo sistema può essere utile anche durante escursioni quando non abbiamo la bussola che ci segnali il sud e l'orologio che ci indichi l'ora di mezzodì.

Gli antichi abitanti dell’arco alpino utilizzavano le montagne meridiane come orologio naturale che gli permetteva di conoscere il mezzogiorno locale.

L'Alto Adige è la Regione italiana con il più alto numero di “Montagne Meridiane”. I loro nomi ‘cima, monte, sasso, col etc, combinati con i termini ‘di mezzodì, mezzogiorno, dodici etc’ segnano il momento in cui il sole passa sul meridiano del luogo ogni giorno dell'anno.

Inizio questo viaggio tra le montagne meridiane altoatesine osservando il Monte Croce delle Dodici (Zwolferkkreuz) di Laces (Bz).

Laces è importante dal punto di vista archeologico per la comprovata presenza sul suo territorio di un insediamento preistorico risalente all'età del rame. All'età del rame (4° e 3° millennio a:C.) risale anche il menhir, di marmo di Lasa (Bz), trovato all'interno della chiesa di S.ta Maria in Colle nel 1991. Il menhir è un indizio del fatto che il territorio di Laces era il centro religioso e politico di una fascia di una popolazione preistorica.

Vi propongo una foto del sole sopra la montagna di M.te Croce delle Dodici effettuata il giorno 03 novembre 2020 a mezzogiorno circa. Una piccola differenza tra le ore 12 e l'ora in cui il sole è in meridiano è dovuta alla longitudine locale e all'Equazione del Tempo (ET), ma è una differenza che non determina però una grossa divergenza rispetto all'orologio naturale degli antichi

Rilevare l'ora con la montagna ci fa immaginare l’importanza che poteva rappresentare per l'antica popolazione locale conoscere l’ora del giorno per le loro attività quotidiane.

Invece per misurare l’inizio delle stagioni gli antichi utilizzavano altre montagne di riferimento. Oggi sappiamo che questi momenti dell’anno corrispondono ai solstizi e agli equinozi. Qualche esempio di luogo preistorico con misurazione delle stagioni in Alto Adige lo abbiamo: per il solstizio estivo nel Colle Joben di Monticolo (Bz) (articolo “Il sito archeoastronomico di Monticolo”); per l’equinozio di primavera e di autunno nel Monte Sciliar (articolo ‘Il sito archeastronomico di Costalovara (Bz)”).

Laces è una località che merita di essere visitata. Vi si trovano molte cose da vedere:

- il Castel Montani di Sopra, del 1228 d. C. (visitabile solo dall'esterno); la chiesa di S. Spirito all'Ospedale, quattrocentesca, con decorazione pittorica realizzata nel Seicento, l'altare ligneo a portelle è uno dei capolavori dell'arte tardogotica in Alto Adige;

- la bella chiesa romanica di S. Nicolò, del XIV secolo, con resti di affreschi sul suo lato sud (crocifissione, San Nicolò e San Cristoforo).

- la già citata chiesa di S. Maria in Colle. La chiesa, molto interessante, presenta elementi stilistici del periodo dal romanico sino al barocco e fu consacrata nel 1020. La cappella laterale con la cupola e la lanterna venne annessa alla chiesa nel 1680. E' in questa chiesta che fu rinvenuto nel 1991 il menhir che ho menzionato prima. Dal 2017 il menhir si trova esposto nella chiesa di S. Nicolò.

Il sole a mezzogiorno sopra “Monte Croce delle Dodici” di Laces. Foto ritoccata con l' app GIMP 2.10

Il sole a mezzogiorno sopra “Monte Croce delle Dodici” di Laces. Foto ritoccata con l' app GIMP 2.10

Laces e a SUD la cima del M.te Croce delle 12

Laces e a SUD la cima del M.te Croce delle 12

BIBLIOGRAFIA

- Montagne Meridiane di M. Codebò e H.De Santis  12/2013 Archeostronomia Ligustica https://drive.google.com/file/d/1QrGtOvLclyqFaIP_Y1YGFIM3QypOD7FJ/view?usp=sharing

- Simulazioni ombre gnomone nei solstizi e nell'equinozio. Thomas Morawe, Osservatorio Westfälische Volkssternwarte    Recklinghausen, Germania. https://sternwarte-recklinghausen.de/

 3a Ombra dello gnomone nel solstizio invernale

Fonte: Thomas Morawe, Osservatorio Westfälische Volkssternwarte Recklinghausen, Germania.

3b Ombra dello gnomone nel solstizio estivo

Fonte: Thomas Morawe, Osservatorio Westfälische Volkssternwarte Recklinghausen, Germania.

3c Ombra dello gnomone nell' equinozio primaverile e autunnale

Fonte: Thomas Morawe, Osservatorio Westfälische Volkssternwarte Recklinghausen, Germania.

                                              ****************************************

4-Il sole diviso: il sito archeoastronomico di Costalovara (BZ)

Ogni anno in aprile e in settembre avviene un fenomeno naturale molto suggestivo in Alto Adige a cui lo studioso Dietmar Bernardi ha dato il nome evocativo “Il sole diviso”. I suoi studi sono un interessante fonte sul possibile significato archeastronomico di questo avvenimento.

Grazie a Bernardi sappiamo giorno e ora in cui potremo assistere al prossimo fenomeno. Il nome “il sole diviso” perchè durante l'avvenimento il sole viene effettivamente diviso da una delle due cime dello Sciliar (foto 1).

L'appuntamento di settembre sarà nei prossimi giorni, e il fenomeno potrà essere osservato in due località sul Renon (BZ): il 10 settembre c.m. alle 7.21 presso il sito preistorico Roarer Windspiel (foto 3), e il 16 settembre alle 7.31 presso il sito Valnera/Walnereck (foto 4).

Vale davvero la pena esserci ad uno dei due appuntamenti mattutini per seguire il sorgere del sole così spettacolare: sorge tra le due cime Santner (sinistra) e Euringer (destra), poco dopo viene divisa dalla cima dell’Euringer, per riapparire dopo pochi minuti nuovamente nella sua totalità (foto 2).

Foto 1: Il sole diviso. Fonte Bernardi 2015 “Il sole diviso del Renon”

Foto 1: Il sole diviso. Fonte Bernardi 2015 “Il sole diviso del Renon”

Foto 2. Sequenza del sole diviso tra le due cime dello Sciliar. Fonte Bernardi 2013 Il calendario solare di Costalovara e Stella

Foto 2. Sequenza del sole diviso tra le due cime dello Sciliar. Fonte Bernardi 2013 Il calendario solare di Costalovara e Stella

Foto 3. Come arrivare al sito archeologico Roarer Windspiel

Foto 3. Come arrivare al sito archeologico Roarer Windspiel

Foto 4 Come arrivare al sito Valnera/Valnereck

Foto 4 Sito Valnera/Valnereck

Nei tempi antichi questo scenografico sorgere del sole poteva aver avuto una particolare importanza. Il passaggio del sole così preciso in un punto dell’orizzonte, cioè tra le due cime dello Sciliar solo in determinati giorni dell’anno, poteva costituire una specie di calendario solare, un metodo utilizzato dagli uomini preistorici che vivevano presso il sito Roarer Windspiel per conoscere i vari periodi dell'anno.

A tal proposito lo studioso Bernardi osserva che è in prossimità dei giorni degli equinozi di primavera e di autunno che il sole sorge esattamente tra le due cime dello Sciliar.

Oltre alle osservazioni del “sole diviso” ad aprile e settembre, il sito preistorico “Roarer Windspiel” vale una visita anche in altri periodi dell'anno: è classificato come area sotto vincolo archeologico dalla Provincia di Bolzano. Inoltre nelle immediate vicinanze dell'area, sopra il lago di Costalovara, si trova un grande menhir alto cira 3 m (foto 5).

Foto 5: foto personale del 13/06/2020 del menhir sopra il lago di Costalora

Foto 5: foto personale del 13/06/2020 del menhir sopra il lago di Costalora

Cos'è un menhir? Con il termine di menhir si intende un monumento la cui costruzione si colloca solitamente nell’età neolitica o del bronzo. Si trovano menhir in Europa, Africa e in Asia, ma sono più numerosi nell’Europa Occidentale, in particolare in Bretagna e nelle Isole Britanniche. I menhir sono formati da una grossa pietra a forma di parallelepipedo, e sono posizionati verticalmente sul terreno.

Il menhir di Costalovara ha una grande V intagliata nella parte superiore. In essa è posizionata una seconda pietra con forma triangolare. La pietra appoggiata sul menhir è stata sul terreno circostante fino al 1986. Non è chiaro per gli archeologi, se questo fosse l'aspetto originale del menhir.

L’area dove si trova il menhir di Costalovara è molto suggestiva, e merita, a mio avviso, di essere vista. Penso infine che riuscire a osservare il passaggio del sole tra le due cime dello Sciliar in autunno o in primavera, sia un'esperienza da non perdere per il suo carattere così unico e spettacolare.

Auguro a tutti “cieli sereni”.

BIBLIOGRAFIA

Appiano sulla strada del vino (BZ), 07 settembre 2020

***************************

5-Il sito archeoatronomico di Monticolo (BZ)

Benvenuti al nostro appuntamento settimanale. L'isolamento casalingo è finito, possiamo finalmente uscire seguendo le previste norme sanitarie di protezione. Desidero approfittare di questa nuova situazione proponendovi una novità. Questa volta non il cielo stellato, ma un sito terrestre archeoastronomico vicinissimo a noi, Colle Joben o Jobenbuhen sopra Monticolo. Vediamo innanzitutto le indicazion per arrivare al Colle Joben (foto 1). Partite dalla chiesa di Monticolo, scendete verso il lago e superata una sbarra, salite verso la cava di pietra. Arrivate così al laghetto di Langmoos, girate a destra sulla strada forestale e salite. Dopo circa 700-800 m prendete un sentiero a destra. Appena imboccato il sentiero noterete a sinistra e a destra delle arnie per api; dopo circa 500 m troverete il tabellone esplicativo del sito archeologico (foto 2). …..Bene, siete arrivati.

Foto 1, Indicazioni con linea blu per arrivare al Colle Joben.

Foto 1, Indicazioni con linea blu per arrivare al Colle Joben.

E' il primo sito archeoastronomico studiato in Italia dall'ingegnere Georg Innerebner di Bolzano negli anni trenta e che ha così introdotto in Italia l'archeoastronomia. La caratteristica più evidente del sito è un corridoio lungo circa 30 m che a metà cambia direzione (foto 4 e 5), Le direzioni dei corridoi, come si vede sia nel tabellone esplicativo messo all'ingresso del sito (foto 2) e anche nel disegno dell'ing. Innerebner (foto 3), indicano secondo diversi studiosi, la direzione della levata e del tramonto del sole negli equinozi e nei solstizi. Rappresentano cioè il sistema utilizzato dagli antichi per conoscere i vari periodi dell'anno; dunque un primitivo osservatorio astronomico destinato alla determinazione del tempo. Già gli antichi conoscevano gli equinozi ed i solstizi e i loro punti esatti di levata e di tramonto sull’orizzonte. Durante l’equinozio di primavera (19-21 marzo a seconda degli anni) e quello d'autunno (21-24 settembre a secondo degli anni) il sole sorge esattamente a Est e tramonta a Ovest. Invece nel solstizio invernale (20-22 dicembre a secondo degli anni) il sole nasce a SE e tramonta a SO, mentre nel solstizio estivo (20-22 giugno a secondo degli anni) il sole sorge a NE e tramonta a NO. Secondo vari archeologi i corridoi di Colle Joben sono disposti proprio secondo queste direzioni. La datazione del sito archeoastronomico di Colle Jobel è alquanto dibattuta dagli archeologi; le ipotesi vanno dalla preistoria all'età del ferro......in ogni caso una struttura antica. Per una più precisa datazione e maggiore conoscenza della struttura purtroppo non sono stati eseguiti nel tempo ulteriori scavi e ricerche scientifiche.

Foto 2. Tabellone esplicativo all'ingresso del sito. Fonte foto di Monika Walch

Foto 2. Tabellone esplicativo all'ingresso del sito. Fonte foto di Monika Walch

Foto 3 Disegno dell' ing. Innerenbner (1937)

Foto 3 Disegno dell' ing. Innerenbner (1937)

Foto 4, Fonte foto di Monika Walch

Foto 4, Fonte foto di Monika Walch

Foto 5: Fonte foto di Monika Walch

Foto 5: Fonte foto di Monika Walch

A coloro che desiderano avere informazioni più approfondite sul sito archeoastronomico del Colle Joben consiglio di consultare i seguenti siti internet:

L’iniziativa ‘Il cielo dal balcone’ che ho intrapreso con passione insieme alla Consulta Culturale di Appiano, si concluderà a fine maggio.2020 Questa bella esperienza mi ha spinto ad aprire un blog: www.easyastronomy.it dove aspetto con molto piacere le vostre visite. Arrivederci al prossimo appuntamento.

Auguro a tutti “cieli sereni”.

Appiano sulla strada del vino, 18 maggio 2020

*****************************************



6 - Il Dos di Mezzodì di Cavalese (TN)


Misurare il tempo nel lontano passato era più difficile che al giorno d'oggi, ma era possibile con un'attenta osservazione della natura e anche con una buona precisione. Si usavano le meridiane.


Con meridiana si intende uno strumento di misurazione del tempo. Nel passato le meridiane potevano essere le montagne in determinate posizioni geografiche rispetto al punto di osservazione. Il sistema della meridiana si basa sul rilevamento della posizione del sole a mezzogiorno. A mezzodì è il momento in cui il sole si trova esattamente a sud, cioè in meridiano ed è nella posizione più alta del suo percorso giornaliero sull'orizzonte.


Le prime testimonianze di meridiane risalgono addirittura al Neolitico e in quel periodo si usavano soprattutto le cime di montagne come meridiane.



Il Trentino-Alto Adige è la Regione italiana con il più alto numero di “Montagne meridiane”. I loro nomi “cima, monte, sasso, col, dos etc”, combinati con termini come “di mezzodì, mezzogiorno, dodici, mesodì, mesdì etc” ci indicano che sono serviti sin dall'antichità a segnare il momento in cui il sole passa sul meridiano del luogo ogni giorno dell'anno.


Gli antichi abitanti dell’arco alpino utilizzavano quindi le montagne meridiane come orologio naturale che gli permetteva di conoscere il mezzogiorno locale.


Possiamo immaginare l'importanza che poteva avere per le popolazioni locali conoscere l’ora del giorno per le loro attività quotidiane.


Gli studi a cui faccio riferimento sono quelli di Mario Codebò e Henry De Santis disponibili all'indirizzo: https://www.academia.edu/10217585/Montagne_Meridiane


Nei due precedenti articoli pubblicati sul mio blog lo scorso anno, ho analizzato il Monte Croce delle Dodici (Zwolferkkreuz 2512 m) di Laces (BZ), e il Sas da Mesodì o Sasso di Mezzogiorno (2446 m) di Vigo di Fassa (TN). Ora , novembre 2023, presento i risultati delle mie osservazioni del Dos di Mezzodì (1857 m) di Cavalese (TN).


Cavalese, capoluogo della Val di Fiemme e sede storica della Magnifica comunità omonima, è dominato dalla catena dei Lagorai ed in particolare dal Dos di Mezzodì.


Questa montagna segna il mezzogiorno locale per gli abitanti di Cavalese ed appare interessante per due ragioni:


1) è ben visibile dal parco della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta

( https://chiesedifiemme.org/parrocchie/cavalese/santa-maria-assunta-a-cavalese/ ) che fu Pieve della Val di Fiemme consacrata nel 1134 (foto1);


2) nel vasto parco della Pieve furono rinvenuti in varie occasioni reperti archeologici dell'età del ferro (Leonardi 1991) a dimostrazione di come questo dosso fu abitato fin dalla Protostoria

Foto 1 Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta - Cavalese

Lasciata la Pieve a sinistra procedendo in direzione sud abbiamo all'orizzonte una serie di montagne tra cui il Dos di mezzodì sopra il quale verrà a posizionarsi il sole alle h.12 e 15' (foto 2).

Foto 2 Sole a mezzogiorno sopra il Dos di Mezzodì visto da Cavalese

Nel parco troviamo anche il Banco della Reson (foto 3) dove sedevano i rappresentanti della “Magnifica Comunità di Fiemme”, l’ente che da mille anni gestisce il patrimonio boschivo della Valle.

Foto 3 Banco della Reson - Cavalese

Il Banco della Reson(https://it.wikipedia.org/wiki/Banco_della_Reson) era un organo di voto e di rappresentanza utilizzato durante il XVI secolo dalla Magnifica Comunità di Fiemme.


La sede della Magnifica Comunità di Fiemme (https://www.palazzomagnifica.eu/it/schede-approfondimento.html) si trova a Cavalese in un palazzo rinascimentale che ospita oltre all'archivio storico dell'ente anche una pinacoteca con interessanti dipinti della Scuola pittorica di Fiemme, nata nel XVII secolo (https://www.palazzomagnifica.eu/it/scuola-pittorica-fiemme.html).


Arrivederci alla prossima montagna meridiana!

7 - Meridiana di Sesto Val Pusteria (BZ)



Misurare il tempo nel lontano passato era più difficile che al giorno d'oggi ma era possibile e anche con buona precisione. Si usavano le meridiane.

In senso stretto, con meridiana si deve intendere unicamente l'indicatore del passaggio del Sole a mezzogiorno, anche se nella sua accezione più generale il termine viene utilizzato per indicare, erroneamente, gli orologi solari presenti sui muri degli edifici

Nel passato le meridiane potevano essere le montagne in determinate posizioni geografiche. Il sistema della meridiana si basa sul rilevamento della posizione del sole a mezzogiorno. A mezzodì è il momento in cui il sole si trova esattamente a sud, cioè in meridiano ed è nella posizione più alta del suo percorso giornaliero sull'orizzonte.

Le prime testimonianze di meridiane risalgono addirittura al Neolitico, periodo storico che va dall'8000 a.C. al 1900 a.C. Le meridiane e gli orologi solari erano già conosciuti nell'antico Egitto, presso altre civiltà e successivamente tra quella dei Greci e dei Romani. L'origine di questa scienza è tuttavia ancor più antica rispetto alla civiltà egizia e le prime testimonianze risalgono addirittura al Neolitico. Il Neolitico è un periodo della preistoria, l'ultimo dei tre che costituiscono l'Età della pietra, che va dall'8000 a.C. al 1900 a.C

Non     è difficile realizzare una meridiana solare: è sufficiente mettere un bastone nel terreno e segnare le varie ombre; la più corta ci segnala che il sole è alla sua massima altezza; ci ricorda anche che è mezzogiorno e che l'ombra per terra rappresenta il ns meridiano cioè la direzione SUD (dove si trova il sole) – NORD (dalla parte opposta).

Questo sistema può essere utile anche durante le escursioni con il sole presente e non abbiamo la bussola ma l'orologio che ci indica l'ora di mezzodì.

Gli antichi abitanti dell’arco alpino utilizzavano le montagne meridiane come orologio naturale che gli permetteva di conoscere il mezzogiorno locale.

L'Alto Adige è la Regione italiana con il più alto numero di “Montagne Meridiane”. I loro nomi ‘cima, monte, sasso, col ed altri, combinati con i termini ‘di mezzodì, mezzogiorno, dodici etc. segnano il momento in cui il sole passa sul meridiano del luogo ogni giorno dell'anno.

La meridiana di Sesto (Sextener Sonnenuhr in tedesco) è una meridiana naturale che si trova nel territorio comunale di Sesto in val Pusteria (BZ),che sfrutta l'altezza delle cime delle Dolomiti di Sesto. La meridiana funziona sempre grazie al Sole, che illuminando le cime circostanti il paese, fornisce una misura (seppur approssimativa) dell'ora. Le cime che la compongono (foto1)sono:

  • Cima Nove anche conosciuta come Pala del Popera (Neunerkofel), 2.582 m.s.l.m.

  • Cima Dieci, più nota come Croda Rossa di Sesto (Sextener Rotwandköpfe), 2.965 m.s.l.m.

  • Cima Undici (Elferkofel), 3.092 m.s.l.m.

  • Cima Dodici (Zwölferkofel), più nota come Croda dei Toni, 3.094 m.s.l.m.

  • Cima Una (Einserkofel), 2.698 m.s.l.m.















Foto 1 Meridiana di Sesto

Alle ore dodici il sole si trova come abbiamo scritto a sud dove raggiunge la sua massima altezza. L'osservatore posizionato a nord vede il sole esattamente sopra la cima (foto 2).

Il modo migliore e più semplice per vedere lo spostamento del sole: la strada principale tra Moso e la Sala Congressi di Sesto – in inverno, perché allora il spostamento del sole o la meridiana  coincidono anche con l'ora del giorno (foto 3).

Da Bagni di Moso non è però possibile vedere la posizione del sole alle 9 e alle 10 a causa del versante montano che si frappone tra il sole e lo sguardo.

C'è anche una pietra del tempo alla Sala dei Congressi, che spiega la meridiana in dettaglio.

I romani si avvalevano di una suddivisione del tempo differente dalla nostra. In effetti iniziavano la giornata con il levar del sole. Quindi le nostre ore 12 coincidevano con la "sexta hora" romana. Lo studioso Innerebner ne trae la conclusione che il nome di Sesto provenga di fatto dalla Cima Dodici, che allora per l'appunto indicava la "sexta hora".
A nord del punto invernale della linea Cima Uno ci troviamo a 1412 m. Questo luogo viene chiamato "Heidegg" e lo studioso Innerebner suppone che si trattasse già in tempi antichi di un posto abitato oppure un luogo di culto. 

Foto 2

Foto 3

8 - Le Montagne Meridiane in Alto Adige


Le montagne meridiane conferenza alla Biblioteca civica di BZ di Carlo Azimonti divulgatore scientifico; misurare il tempo nel lontano passato era più difficile che al giorno d'oggi, ma era possibile con un'attenta osservazione della natura e anche con una buona precisione; fonte: facebook Biblioteca civica BZ           NEW